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psicmarcocacioppo

Elaborare il lutto: un vero e proprio percorso



La sola parola "lutto" evoca sentimenti di angoscia, tristezza e un'atmosfera negativa generale. Viene inevitabilmente associata ad eventi di notevole importanza, prima tra tutti la morte e - specialmente - il sentimento di intenso dolore che si accompagna alla dipartita di una persona a noi cara e/o vicina.


Non solo, ma il lutto è anche un sinonimo di separazione in senso definitivo, un qualcosa che non torna più indietro e che non si può più riavere a causa di determinate circostanze. Per questo il sentimento del lutto è anche associato alla fine di una relazione sentimentale duratura, alla dipartita di un genitore dalla propria casa dopo un divorzio e/o separazione, al lasciare un luogo caro ricco di ricordi a cui non si può più accedere, all'impossibilità di tornare al luogo di residenza e di nascita a causa di forza maggiore, un aborto avvenuto per cause accidentali - specie se si desiderava quella prole - e così via.


Il sentimento del lutto è ancora più intenso se accompagnato da eventi significativi di carattere traumatico e significativo, come una catastrofe, un conflitto, un incidente, una situazione politica di guerra ed altri eventi importanti.


Qualunque sia l'evento che ha causato il lutto è inevitabile che porti a sentimenti soverchianti di dolore e di angoscia tali da non poter essere affrontati con facilità e rapidità. Tale esperienza comporta in molti casi un vero e proprio tilt: un'esplosione avvenuta nel nostro vissuto, uno specchio che si rompe in mille pezzi dove per mettere in ordine serve raccogliere ogni coccio di vetro che - però - è affilato e ci fa molto male, se ci camminiamo sopra ci feriamo e, in molti casi, ci esce sangue. A volte, per paura di ferirci, non riusciamo a muoverci per paura di ricevere altro dolore e rimaniamo in trappola circondati da cocci affilati. Rimaniamo bloccati in un circolo che alimenta il nostro dolore e la nostra angoscia. Si deve fare pulizia di tutti i cocci di vetro, ma raccoglierli fa ugualmente male ed ogni pezzo ricorda l'evento, il luogo e la persona cara.


Come si fa, allora, a superare questo circolo vizioso? Come possiamo continuare la nostra vita dopo un'esperienza del genere?


La chiave è l'elaborazione.


In questo senso, elaborare significa fare ordine mettendo tutti i pezzi insieme, riconoscere, comprendere ed accettare le emozioni associate ad ogni frammento, dare significato a ciò che è successo, prendere coscienza che l'evento ha causato una separazione definitiva, trovare tutte le risorse possibili per andare avanti con la nostra esistenza. Fondamentale è accettare ogni forma di emozione legata e comprendere che il dolore sarà più o meno presente ogniqualvolta i ricordi affiorano la nostra mente.


Elisabeth Kübler-Ross, nota psichiatra svizzera, ha steso un Modello a 5 fasi dell'elaborazione del lutto. Sono qui brevemente elencate:


  • Negazione: la prima fase, associata a sentimenti di incredulità, non accettazione, incapacità di collegare l'evento a qualcosa di realmente accaduto;


  • Rabbia: la seconda fase, associata ad emozioni - appunto - di rabbia e collera, finalizzate all'espressione del sentimento di ingiustizia per quanto accaduto e collegata - talvolta - alla ricerca di un colpevole a cui rivolgere tali emozioni;


  • Patteggiamento: la terza fase, dove si cerca di comprendere cosa e come si poteva fare diversamente per evitare l'accaduto, per cercare conforto in una realtà alternativa a quella attuale e presente per fare in modo che l'evento poteva non accadere;


  • Depressione: la quarta fase, dove si inizia a realizzare che l'evento è irreversibile e dove si attivano i profondi ed intensi sentimenti di tristezza e dolore legati alla perdita;


  • Accettazione: la quinta ed ultima fase, dove la realizzazione dell'irreversibilità dell'evento si fa più matura e consapevole, si comprende che non si può cambiare quel che è successo e dove si cerca di trovare nuovi inizi per ricominciare la propria vita con nuovi obiettivi e nuovi significati.


Da notare che non per forza tutti attraversano i medesimi stadi e non tutti sperimentano la stessa intensità e la stessa sequenza. Il tutto dipende dal rapporto che si aveva con la persona e/o l'evento, le caratteristiche personali e l'eventuale supporto sociale e professionale che si sta ricercando e ricevendo.


Proprio per questo, per alcuni l'elaborazione del lutto risulta un percorso molto tortuoso: non sono pochi i casi in cui ci vuole molto tempo per accettare la morte di una persona proprio a causa dell'investimento emozionale che si dà ma anche dagli intensi sentimenti di colpa se si decide di andare avanti con la propria vita.


Non è raro trovare, infatti, persone che sperimentano sentimenti di colpa verso la persona perduta: si pensa che, affrontando il lutto, si possa fare un torto a chi non c'è più, che si ha paura di dimenticarla, che i suoi ricordi possano scomparire per sempre. Diventa, quindi, un dovere indossare le vesti nere del lutto per sempre e per dovere verso la persona amata in maniera simbolica. Si ha paura che il sentimento d'amore possa sparire se si cerca di chiudere il capitolo ed andare avanti con la propria vita; non si accettano altri sentimenti se non il dolore e - soprattutto - non si può essere arrabbiati con quella persona se ci ha lasciato.


In realtà non è così.


Ogni emozione, nell'elaborazione del lutto, è ben accetta: solo affrontando e sperimentando sentimenti profondi atti a dare significato ad ogni frammento dell'evento può aiutarci a dare un nuovo significato al dolore. Esso sarà sempre presente - chi più e chi meno - ma con l'elaborazione avrà una sfumatura completamente diversa: da un dolore lancinante ad un dolore nostalgico fino ad un ricordo dai tratti malinconici.


Per questo, l'elaborazione del lutto si rivela di estrema importanza e - soprattutto - evitarla non è la soluzione. Coprire sotto il tappeto conflitti interni ed emozioni associate intense comporta malessere verso se stessi e verso gli altri.


Quello che prevale più di tutti è l'amore verso la persona perduta e tale sentimento non cesserà mai di esistere.

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